Apicella: "Il mio Prato più ambizioso"


02/09/2013 - Il presidente laniero svela gli obiettivi del nuovo corso laniero
Da www.pratoc5.it

Parla il presidente Apicella: “Ci siamo rinforzati, puntiamo ai vertici. Grazie alla famiglia Mariotti e all´Arpi Nova, sono stati splendidi con Sorbera. Il settore giovanile è centrale, facciamo anche la Juniores. Spero torni il grande pubblico”.

Quello che state per leggere è a suo modo un piccolo scoop. In tanti anni di presidenza, questa è di fatto la prima intervista concessa dal presidente laniero Aniello Apicella, di solito restio a mettersi in prima fila quando si tratta di parlare della sua “creatura”, il Prato Calcio a 5. Anche questo sembra un segno che il nuovo Prato C/5 sta davvero mutando pelle.
Presidente Apicella, entriamo subito nel vivo: che Prato è il Prato 2013–2014?
“E´ un Prato rinnovato e con grosse ambizioni, che del resto ha sempre avuto. Guardandolo a 360 gradi, è un Prato totalmente differente dagli altri anni. Finora c´erano solo la prima squadra ed una Under 21 che, per nostra colpa, non era abbastanza seguita. Quest´anno invece abbiamo deciso di puntare fortemente sul settore giovanile, mantenendo però allo stesso tempo una prima squadra dal valore inalterato, anzi direi migliorato”.
L´arrivo del brasiliano Wellington Ribeiro ha segnato per voi un cambio di filosofia ed è stato un colpo di mercato che ha fatto rumore. Com´è maturata questa scelta a sensazione?
“In realtà l´idea di tornare a puntare sugli oriundi ce l´avevamo in testa ormai da tempo. Da tempo avevamo deciso che per ridare vigore al Prato Calcio a 5 occorreva uscire dai soliti schemi che negli anni ci avevano portato a risultati buoni ma non vincenti. L´arrivo di Ribeiro si situa in quest´ottica, ma non è il solo colpo che abbiamo fatto quest´estate. Per noi il primo colpo, quello più importante, è stato la conferma di alcuni giocatori che hanno dimostrato la loro voglia di restare al Prato, di cambiare metodologia di allenamento e gioco, di voler arrivare con determinazione feroce a dei risultati veri”.
E´ nato un Prato che è un mix tra grandi vecchi, giovani in rampa di lancio e qualche scommessa.

“Sembrerà strano, ma quello che è il Prato di oggi è il Prato che avevamo deciso, immediatamente dopo la semifinale persa in Puglia con la Salinis, in uno scambio di opinioni tra me e Roberto Coccia. Ci eravamo subito resi conto che purtroppo per arrivare a certi livelli occorreva cambiare qualcosa”.
La sconfitta con la Salinis è stata dolorosa: volevate veramente la A2?
“Assolutamente sì. E siamo rimasti estremamente male a non esserci andati. E qui mi fermo”.
Aniello Apicella è il presidente più “cattivo” della Toscana del calcio a 5?
“Semplicemente, le poche volte che parlo dico quello che penso. Se ritengo che qualcuno non si sia comportato bene non ho problemi a dirglielo, come non ho difficoltà a gratificare chi invece si comporta bene. Per me, per essere dei buoni calciatori non basta saper giocare bene a calcio a 5, occorre anche avere rispetto della società, specialmente di una società gloriosa come il Prato Calcio a 5, che è tuttora una delle realtà più importanti del panorama toscano. Il rispetto lo si mostra prima di tutto nel modo in cui si affrontano gli allenamenti e le partite”.
E la fama di mangia–allenatori?
“In sette anni a Prato ho alternato solo due allenatori, Fiori e Quattrini, salvo una breve parentesi con Gargelli”.
La partenza di Quattrini e di una parte della rosa era suonata come un de profundis per il Prato. La società era moribonda?
“Il Prato non è mai stato moribondo. Dopo la sconfitta in Puglia, io e Coccia ci siamo consultati e abbiamo capito che serviva un cambio di rotta per sperare di raggiungere certi risultati. Due giorni dopo la partita, il lunedì, ho ringraziato la squadra per quello che aveva fatto durante l´anno ed ho espresso il mio rammarico per non essere arrivati ad una finale che era alla nostra portata. Negli spogliatoi dissi anche che, insieme ai miei collaboratori, avrei cercato di costruire un Prato 2013–2014 ancora più forte. Quella è stata da subito la nostra idea. Dirà adesso il campo se ci siamo riusciti. Noi pensiamo di sì”.
Avete perso giocatori importanti però.
“Indubbiamente abbiamo avuto delle perdite importanti, però erano nettamente preventivate. Era ormai da mesi che si sapeva che alcuni giocatori non sarebbero rimasti, e ci siamo mossi per tempo di conseguenza”.
A inizio 2013 si rincorrevano le voci di fusione tra Prato e Bulls: c´era qualcosa di vero?
“Sinceramente non so di che cosa stiamo parlando. Giravano voci, sì, anch´io ne sono venuto via via a conoscenza: un giorno avevamo venduto il marchio, un giorno eravamo stati acquistati, un giorno eravamo in procinto di dar vita ad una fusione, un giorno ci era stata rifiutata la fusione. Sinceramente di cose non vere nel nostro ambiente se ne sentono circolare sempre tante, ma queste erano proprio destituite di ogni fondamento”.
Che è successo con Andrea Bearzi?
“Non è successo nulla che sia fuori dalla norma. Roberto ci aveva parlato più volte, allora lo abbiamo incontrato come società per definire il suo ritorno al Prato. Alla cena con il nostro staff dirigenziale sembrava tutto fatto, ci dovevamo rivedere dopo qualche giorno per dargli il tempo di parlare con la sua società di provenienza. Poi è andata diversamente, lo ringraziamo comunque per averci accordato un po´ del suo tempo”.
Torniamo a parlare del mix che costituisce il Prato 2013–2014.
“Direi che è quello ci serviva, e che del resto ci aveva richiesto il nostro allenatore. E´ un Prato che pensa al presente ma che è anche già proiettato sul futuro. Anche per ovvie esigenze anagrafiche, dobbiamo preparare il ricambio futuro. Abbiamo preso elementi importanti e di esperienza come Leone e Vincentini, un giocatore del calibro di Wellington, ed a mio avviso un colpo ulteriore è costituito dall´arrivo di Samuele Sorbera. Per Sorbera dobbiamo dire grazie alla famiglia Mariotti ed a tutta la società Arpi Nova. Li voglio ringraziare in maniera pubblica e con la sentita amicizia che c´è sempre stata tra noi. Quello che è successo con l´Arpi Nova è uno dei primi esempi di collaborazione vera tra società. Conoscendo Sorbera ed il suo valore, Marzio Mariotti ha generosamente scelto di presentarlo al Prato per fare il bene del giocatore e del movimento. E´ stato un grande gesto, del quale siamo grati. Voglio anche ringraziare il presidente del Catanzaro e la sua società per aver permesso il trasferimento di Wellington, e la Legea Prato San Giusto per la collaborazione mostrata in estate sul settore giovanile. Un altro grazie va a quei ragazzi che sono rimasti al Prato senza nessuna indecisione, senza farsi incantare da facili sirene, credendo nel nostro progetto e dandogli forza, perché loro per me ne sono parte integrante”.
Sarà l´anno dei giovani della rosa?
“Questo è un anno in cui tutti sono chiamati a dare tanto, in particolare i più giovani. Stiamo parlando di giocatori di valore che sono con noi già da qualche anno, e che spero siano anche il nostro futuro”.
A proposito di giovani, cosa chiedete al vostro settore giovanile?

“Al settore giovanile non chiedo risultati in termini di classifica. Deve far crescere i ragazzi sotto tutti i punti di vista, sul piano sportivo ed anche sul piano direi comportamentale, trasmettendo ai giovani i valori legati all´essere un giocatore del Prato Calcio a 5. Il settore giovanile è una grande risorsa per noi, come società gli stiamo dando grande attenzione. Avrà pari dignità e gli stessi riguardi della prima squadra. Punteremo molto anche sulla scuola calcio a 5. Nei prossimi giorni usciranno iniziative estremamente interessanti per farla decollare”.
Il ruolo di Carlo Mercadante?
“Fondamentale. Carlo sta vedendo premiato tutto il suo impegno. Ci ha presentato un progetto, lo abbiamo discusso e gli abbiamo dato il via libera perché lo potesse realizzare. Insieme ai suoi collaboratori, Lanfranco Corsi ed Andrea Querci, sta facendo un gran lavoro, che ha portato in questi giorni anche all´iscrizione al campionato Juniores. Poi per me è ovvio che avere una prima squadra forte e vincente potrà agevolare la crescita di tutto il settore giovanile. E´ in quest´ottica che stiamo lavorando”.
State rinforzando anche la società?
“Sì, e sono molto contento dell´ingresso di Emanuele Fiore, che ho avuto modo di conoscere e che ritengo una persona squisita. Sono anche lieto di annunciare l´ingresso nel nostro staff di Cesare Bernabò, altra persona di grande valore a cui siamo felici di poter dare il nostro benvenuto nel Prato. L´obiettivo è allargare ancora la compagine societaria, a breve dovrebbero entrare nuovi ed importanti dirigenti. Mi preme anche ringraziare Cristian Bini Conti, che allena l´Arpi Nova ma che, come lui stesso ha dichiarato, è sempre uno di noi. E poi voglio ringraziare il grande Renzo Gualchieri”.
Gualchieri qualche anno fa si era preso una pausa di riflessione ma non ce l´ha fatta a stare lontano…
“Renzo si era preso un attimo di pausa per impegni suoi personali, ma aveva sempre dichiarato che assolti quelli sarebbe rientrato nel Prato. Così è stato. Sinceramente non riesco neanche a concepire un Prato Calcio a 5 senza Renzo”.
Tornerà anche il pubblico?
“Sento grande entusiasmo attorno a noi quest´anno, spero si tramuti anche in presenze al palazzetto. D´altronde siamo indubbiamente la società di calcio a 5 più importante a Prato, nonché una delle più titolate ed antiche d´Italia. Speriamo di avere più attenzione da parte del pubblico e delle istituzioni”.
La scelta di Roberto Coccia come nuovo allenatore?
“E´ stata semplice e naturale. Ci siamo parlati e ad entrambi è sembrata la soluzione migliore, anche perché pienamente avallata dalla squadra”.
Daniele Birghillotti, dopo la positiva esperienza dei play–off, è divenuto il responsabile della preparazione atletica: un´altra scommessa?
“Non è una scommessa. Daniele è estremamente competente per ricoprire quel ruolo. E´ uno dei ragazzi che come Beppe, come Calamai, come Matteo e tutti gli altri che sono rimasti ha detto immediatamente di sì a questo nuovo progetto con una voglia smisurata. Daniele farà benissimo come preparatore e come giocatore, come del resto ha sempre fatto in questi anni”.
Vi attende adesso una serie B corta e difficile: che campionato sarà?
“Le piemontesi sembrano le grandi favorite. Anche noi però pensiamo di valere e ci vogliamo collocare al loro livello, senza nasconderci. Daremo tutto per poter fare un campionato di vertice”.
Quanto di vertice?
“Vorremmo provare a vincere. Pensiamo di aver costruito una squadra competitiva, poi il campo emetterà il giudizio finale. Se noi avremo dato il massimo ed altri saranno stati più bravi di noi, gli stringeremo la mano e gli faremo i complimenti, senza doverci rimproverare nulla”.
Rivedremo mai il Prato in serie A?
“Almeno nella serie A2 ci speriamo. La A1 per adesso è un pensiero troppo lontano per noi, considerando anche la grossa crisi economica attuale dell´Italia e di Prato in particolare. Il fatto poi che la A1 quest´anno sia passata di colpo da 14 a 10 squadre la dice lunga sull´impegno che è richiesto a certi livelli”.
Le altre toscane del girone di serie B?
“Si sono tutte rinforzate, e per me sono avversarie di livello. Saranno tutti derby tirati ed equilibrati. Questo per me sarà un bene per la nostra disciplina, contribuirà ad alzare il livello del calcio a 5 in Toscana e l´interesse nei suoi confronti”.
E le tante società pratesi che stanno crescendo nei campionati regionali?
“Le seguo con attenzione, anche perché molte di loro sono comunque allenate o gestite da persone che, oltre ad essere ex elementi del Prato, sono degli amici. Auguro a tutti di fare bene, perché la rivalità sportiva è ovvia e naturale ma l´amicizia resta sempre. Poi un occhio di riguardo ce l´ho in C1 per la Cdp Coiano, anche per il modo positivo col quale ci siamo interfacciati in estate per le trattative su alcuni giocatori, ed in C2 per l´Arpi Nova, sia per come si sono comportanti su Sorbera, sia perché ad allenarli è il nostro grande Bini Conti”.